Salve,
LA PIRATERIA SOFTWARE FA MALE A LINUX!
Ci tengo a precisare che non sono un moralista dell'ultima
ora ma che anche questa riflessione ha profonde radici nella
mia esperienza personale.
Per chi avesse voglia di leggere gradirei mi scrivesse la sua
opinione.
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Genova, 5 luglio 1999
Premetto che sono contratrio al copyright e al brevetto
tecnologico nella formualzioni attuali.
Benche` tali leggi dovrebbero servire a garantire
all'"inventore" il prestigio e il denaro necessario alla
prosecuzione del proprio lavoro, in realta` si sono trasformati
in un freno allo sviluppo della tecnologia.
Intanto perche`, come in passato, il segreto industriale e`
rimasto, al quale si e` pero` aggiunto, che non sono
piu` le idee migliori ad attechire e difondersi ma quelle
economicamente piu` convenienti.
In particolare riguardo alla legge sulla pirateria
informatica, c'e` da segnalare che tale legge e` aasolutamente
inadeguata, tanto nel principio quanto nella messa in opera.
Attualmente il software e` protetto come "prodotto
dell'ingegno dell'uomo" al pari dell'"opera d'arte" mentre
sempre piu` spesso e` uno strumento essenziale di lavoro.
La durata del copyright si estende 70 anni dopo la morte
dell'autore ma il peggio e` che il software e` venduto "cosi`
com'e`" senza alcuna garanzia di funzionamento.
Quindi questa legge che tutela il produttore non ha il minimo
rispetto per l'utente finale.
Non esiste affatto una carta sui diritti del consumatore dei
prodotti software, il quale a mio avviso dovrebbe poter essere
risarcito dei danni che subisce a seguito dei "bachi" del
software e non vedersi costretto a pagare l'aggiornamento.
A mio avviso non solo si dovrebbe bilanciare il rapporto fra
software-house e consumatore ma creare un copyright specifico
per tali prodotti che non abbia durata superiore ad 3 anni, e
dopo un tale periodo prevedere a che vengano resi di pubblico
dominio anche i sorgenti dei programmi in modo da dare
un'impulso alle tecniche di programmazione.
Inevce mi risulta vi sia una legge in via di valutazione
al parlamento europeo circa la possibilita` di brevettare le
tecniche di programmazione.
Tale proposta dimostra la sua totale assurdita` nel momento
che se ne faccia un esempio pratico.
In questo caso il paragone fra libri e programmi software si
dimostra molto utile infatti si potrebbe brevettare anche le
tecniche di scrittura: cosi` la casa xxx potrebbe possedere
i diritti sulla rima, la yyy quelli sull'assonanza e magari
zzz avere i diritti sulla coniugazione dei verbi; alla fine
per scrivere non avremmo piu` bisogno di usare la penna ma la
carta di credito, a patto di non voler usare frasi del tipo "io
mangio mela, tu cuoci carne", frasi senza passato e senza
futuro.
Questo non vuol dire che tali leggi non vadano rispettate,
anzi vanno prese molto sul serio e per questo bisogna
impegnarsi a cambiarle.
Nello specifico per quanto riguarda l'attivita` di un gruppo
Linux occorre notare che la proposta di legge sopra citata
rappresenta un grave pericolo per l'esistenza dell'open-
source.
L'aspetto assai ridicolo della questione e` dovuto al fatto
che tanto l'esistenza del copyright quanto la sua violazione
abbia contribuito alla diffusione di programmi commerciali,
indipendentemente dalla loro qualita`, a tutto svantaggio del
free-software.
In special modo la conquista del 95% del mercato da parte dei
prodotti Microsoft oltre a dipendere dalla semplicita` d'uso
di questi software e` in buona parte dovuta anche dalla loro
facilita` di copia che ne ha permesso la rapida diffusione.
Infatti senza la facile reperibilita` della copia pirata un
utente PC che volesse acquistare Win + Office Pro spenderebbe
da un minimo di 700mila lire (se l'acquisto avviene in
contemporanea al PC) fino a 2 milioni.
L'alternativa Linux+Applixware che non teme confronti ne di
prestazioni ne di prezzo (bastano 300mila lire per entrambi)
oggi non e` nemmeno presa in considerazione.
A chi obietta che i programmi MS sono facili da installare
vorrei far notare che una differenza di prezzo di 400mila -
1,7 milioni di lire potrebbe vincere molte pigrizie!
Mi sembra che allo stato attuale si possa ben dire che il
problema non sia il rispetto o meno del copyright ma la sua
stessa esistenza.
E` pero` obbiettivamente molto difficile che in tempi brevi
il copyright decada quindi conviene concentrarsi su obbiettivi
piu` prossimi.
Intanto fare quanto possibile affinche` la proposta di legge
sull'istituzione del brevetto sulle tecniche di programmazione
venga bocciata, e in modo definitivo, dal parlamento europeo.
Secondariamente prendere atto che la pirateria dei programmi
Microsoft, in particolare, e di tutti quelli che "girano"
sulle piattaforme Micorsoft, in generale, danneggia fortemente
l'espansione di Linux.
Con il recente boom dei masterizzatori a basso prezzo la
pirateria ha assunto una proporzione culturale.
Non deve stupire che chi copia programmi software non ne
colga le implicazioni ne giuridiche ne economiche.
Questo significa che non occorre un nostro impegno nella
persecuzione della pirateria, per la quale vi sono appositi
organi, ma altresi` che sia necessario creare con
l'informazione una maggiore consapevolezza.
L'enorme fatica che fanno le associazioni dei consumatori nel
portare avanti le loro lotte dimostra come il consumo sia poco
consapevole e molto "di moda".
La creazione di una cultura informatica di massa deve
forzatamente cominciare nelle universita` dove da sempre la
societa` attinge uomini (e donne) per la sua classe dirigente.
Soltanto in questo modo potremmo mettere al sicuro dalle
fluttuazioni della moda il nostro impegno educativo.
In sostanza occorre proporre ai maestri di domani
un'alternativa intelligente al commercio monopolistico del
presente.
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Roberto A. Foglietta
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